Culla della democrazia e della filosofia, la Grecia è un senza dubbio un Paese che vanta radici molto antiche e profonde e può farle risalire a più di venticinque secoli fa.
Può essere definita a pieno titolo come la culla della civiltà occidentale, dove si ritrovano le radici di gran parte della cultura europea, che ha avuto attraverso l’Impero Romano, la sua diffusione.
E’ il cuore del Mediterraneo e vanta una posizione climaticamente strategica, tra l’Europa, l’Asia Occidentale e l’Africa Settentrionale, condizione che incide anche sulla gastronomia, che si avvale prevalentemente di prodotti genuini come olio d’oliva, carne d’agnello, pesce, verdure, frutta secca e miele; da non trascurare insieme all’ulivo, i vigneti, sacri a Dioniso.
Il popolo greco è storicamente legato alla convivialità, quindi mangiare è prima di tutto un’occasione per ritrovarsi intorno alla tavola per dialogare e stare insieme. La tradizione enogastronomica greca è ricca e originale e quasi tutti gli autori ellenici, ne hanno sempre scritto, citando o descrivendo cibi, banchetti e vino.
La Civiltà Micenea si sviluppò fra il 1.600 e il 1.200 a.C. nella zona di Micene, nel Peloponneso, per poi scomparire in modo improvviso gettando però le basi per la cultura della Grecia Classica, che conobbe ulteriori fasi di sviluppo fino al periodo di maggior splendore (si definisce “classico” il periodo del V-IV secolo a.C.). Ma è con Pericle, a partire dal V secolo a.C., che inizia l’epoca d’oro del banchetto e la tanto esaltata frugalità inizia a non essere più seguita. All’epoca di Alessandro Magno si ebbe un ulteriore periodo di grande splendore e anche la gastronomia risentì di questi fasti, fino alla conquista finale da parte di Roma, che sottomise definitivamente l’intera Grecia nel I secolo a.C.. Con la caduta dell’Impero romano la Grecia, divenne poi dominio dei Bizantini prima, dei Turchi, e Veneziani poi; dominazioni che lasciarono impronte nella gastronomia greca fino ad arrivare alla cucina odierna. Negli ultimi due decenni molti cuochi si sono impegnati a ricreare la cucina tradizionale greca con cui sono cresciuti, arricchita da nuove combinazioni e tecniche.
Ritornando alla “bevanda di Dioniso” è importante sottolineare la fama che avevano i vini Greci nell’antichità, in particolare quelli dolci, oltre al fatto che fu anche grazie ai Greci che il culto della vite e del vino venne diffuso nelle terre e nei luoghi in cui arrivavano.
Nonostante l’importanza del vino nella cultura dell’antica Grecia, la sua produzione ha vissuto nei secoli scorsi un lungo periodo di recessione e solo in tempi piuttosto recenti – in particolare negli ultimi venti anni del secolo scorso – si sta cercando di dare una nuova vita e riprendere il passo, riportando anche il vino ai fasti passati.
E’ il cuore del Mediterraneo e vanta una posizione climaticamente strategica, tra l’Europa, l’Asia Occidentale e l’Africa Settentrionale, condizione che incide anche sulla gastronomia, che si avvale prevalentemente di prodotti genuini come olio d’oliva, carne d’agnello, pesce, verdure, frutta secca e miele; da non trascurare insieme all’ulivo, i vigneti, sacri a Dioniso.
Il popolo greco è storicamente legato alla convivialità, quindi mangiare è prima di tutto un’occasione per ritrovarsi intorno alla tavola per dialogare e stare insieme. La tradizione enogastronomica greca è ricca e originale e quasi tutti gli autori ellenici, ne hanno sempre scritto, citando o descrivendo cibi, banchetti e vino.
La Civiltà Micenea si sviluppò fra il 1.600 e il 1.200 a.C. nella zona di Micene, nel Peloponneso, per poi scomparire in modo improvviso gettando però le basi per la cultura della Grecia Classica, che conobbe ulteriori fasi di sviluppo fino al periodo di maggior splendore (si definisce “classico” il periodo del V-IV secolo a.C.). Ma è con Pericle, a partire dal V secolo a.C., che inizia l’epoca d’oro del banchetto e la tanto esaltata frugalità inizia a non essere più seguita. All’epoca di Alessandro Magno si ebbe un ulteriore periodo di grande splendore e anche la gastronomia risentì di questi fasti, fino alla conquista finale da parte di Roma, che sottomise definitivamente l’intera Grecia nel I secolo a.C.. Con la caduta dell’Impero romano la Grecia, divenne poi dominio dei Bizantini prima, dei Turchi, e Veneziani poi; dominazioni che lasciarono impronte nella gastronomia greca fino ad arrivare alla cucina odierna. Negli ultimi due decenni molti cuochi si sono impegnati a ricreare la cucina tradizionale greca con cui sono cresciuti, arricchita da nuove combinazioni e tecniche.
Ritornando alla “bevanda di Dioniso” è importante sottolineare la fama che avevano i vini Greci nell’antichità, in particolare quelli dolci, oltre al fatto che fu anche grazie ai Greci che il culto della vite e del vino venne diffuso nelle terre e nei luoghi in cui arrivavano.
Nonostante l’importanza del vino nella cultura dell’antica Grecia, la sua produzione ha vissuto nei secoli scorsi un lungo periodo di recessione e solo in tempi piuttosto recenti – in particolare negli ultimi venti anni del secolo scorso – si sta cercando di dare una nuova vita e riprendere il passo, riportando anche il vino ai fasti passati.
Fosca Tortorelli
Bibliografia/Sitografia
• Montanari M., Il cibo come cultura, editori Laterza, 2004
• Montanari M., Sabban, F., Atlante dell’alimentazione e della gastronomia, Utet, 2004
• https://www.discovergreece.
• https://www.taccuinistorici.
• http://www.expo2015.org/
• http://www.ricettedintorni.