Per molti è una tradizione, per altri un rito. Per tantissimi semplicemente un piacere.
Parliamo della zeppola di San Giuseppe, dolce tipico che al Meridione – e in particolare in Campania – viene associato alla festa del papà del 19 marzo.
Nato dalla tradizione pasticciera napoletana, viene oggi preparato con modalità diverse a seconda della regioni.
Ma se “zeppole” vengono definiti anche altri tipi di dolci tra Napoli e provincia, quelle di San Giuseppe trovano la loro massima espressione nella zona vesuviana, dove un tempo erano preparate e consumate direttamente in strada.
Le origini non sono sicure: c’è chi ritiene che la zeppola di San Giuseppe sia stata “inventata” dalla suore di San Gregorio Armeno, chi invece le fa risalire a quelle della Croce di Lucca, chi ancora a quelle dello Splendore, tutte realtà ecclesiali napoletane.
La prima testimonianza scritta ritrovata e documentata ai giorni nostri è del 1837, ricetta contenuta nel trattato di cucina napoletano di Ippolito Cavalcanti.
Gli ingredienti principali sono farina, zucchero, uova, burro, olio d’oliva, crema pasticciera, con una spolverata di zucchero a velo e amarene per la decorazione.
Due le varianti: la zeppola di San Giuseppe fritta e quella al forno. In entrambe le versioni la forma della zeppola è circolare con un foro centrale, con guarnizione di crema pasticciera e sopra le amarene sciroppate. Diverse anche le varianti, in particolari farciture interne, che però si discostano dalla ricetta tradizionale.
La zeppola di San Giuseppe
mar 18, 2020Gusto MediterraneoNews
campania Croce di Lucca Ippolito Cavalcanti Meridione Napoli San Gregorio Armeno Splendore zeppola San Giuseppe
Previous Post[:it]La pasta alla Carbonara[:]
Next Post[:it]Drink Las Calacas, ispirato a “Nightmare before Christmas”[:]