Solidità e fantasia, classicità e Mediterraneo. È una cucina eclettica, quella di Vincenzo Guarino, chef che nella vita non ha mai perso tempo: originario di Vico Equense, ha affiancato per 2 anni Marchesi all’Albereta (chef Cracco) e al Quisisana, prima di spostarsi in Svizzera alla corte di un altro mostro sacro, Frédy Girardet, compiere stage dai Roca e in Scandinavia. Il risultato è un bricolage di saperi e sapori, eleganza, grande tecnica e stile, tanto inappuntabile su fondi e cotture, sempre di alta scuola, quanto faceto nello strappare il sorriso. Sfaccettato come il pubblico dei grandi alberghi, che lo hanno proiettato nell’empireo gastronomico. Dopo la penisola sorrentina e il Chiantishire, è la volta delle sponde del Lago di Como, che bagnano il Mandarin Oriental a Blevio. Location che gli ha suggerito nuove armonie dall’accento lombardo: presso il ristorante L’Aria la cucina è mediterranea, ma con inserti di pesce di lago, vedi la trota con latte di mandorle e wasabi o il lucioperca come cotoletta alla milanese, e di formaggi della Valtellina, oltre a gamberi e piccione. Ma la struttura è ancora in progress: sono già in agenda i lavori per la nuova cucina del bistrot e le nuove camere, e ci sarà anche un outlet per la pizza. “Questa è una catena che vanta 22 stelle Michelin, punta molto sul F&B e mi ha dato carta bianca su tutto. Quanto al Med Cooking, con Luisa Del Sorbo ho da anni un rapporto di amicizia e di stima, oltre che di lavoro. Apprezzo l’idea di unire il sud Italia e il sud Europa, in modo da conoscere le reciproche differenze, creare scambi e relazioni. Al Mandarin la sostenibilità viene considerato un valore imprescindibile, non solo negli acquisti del ristorante: la plastica per esempio è stata messa al bando in favore di materiali biodegradabili”.