MEDITERRANEAO: GSA 9, MAR LIGURE E TIRRENO SETTENTRIONALE
La GSA-9, area eterogenea sia dal punto di vista ecologico che morfologico, comprende Liguria, Toscana e Lazio per un totale di 1.245 km di costa. Si tratta di un’area eterogenea sotto l’aspetto morfologico ed ecologico, per la varietà di habitat, condizioni ambientali e comunità̀ biologiche presenti. Le coste della Liguria si estendono per circa 330 km, la piattaforma continentale nella riviera di ponente, da Capo Mortola a Capo Arenzano, è molto ridotta, mentre diventa più estesa procedendo verso levante fino a Punta Bianca. Lungo queste coste la circolazione delle acque è caratterizzata da una serie di vortici originati dal vento, caratterizzati dalla presenza di acqua fredda al loro interno, che subiscono rilevanti cambiamenti stagionali. In inverno aumenta la corrente nella regione frontale dei vortici e a questa si associa l’upwelling (risalita in superficie di acque profonde ricche di nutrienti), che si sposta verso occidente e si rafforza. L’upwelling provoca il mescolamento delle acque di origine atlantica (AW) con le acque levantine (LIW) sottostanti, modificandone le proprietà̀ fisiche e chimiche. Tale fenomeno contribuisce all’incremento della produttività primaria nonché, di conseguenza, di tutti gli anelli delle catene alimentari che portano ai grandi pelagici.
Il Mar Ligure è uno dei più importanti luoghi di trasformazione delle acque durante l’inverno, come risultato dell’azione di venti continentali freddi e secchi. Il suo ecosistema nell’area occidentale, è caratterizzato da grandi cetacei come balenottere, megattere, balene, delfini, capodoglio; qui, infatti, si trova il santuario per mammiferi marini.
Nei fondali liguri sono presenti interessanti specie di facis a gorgonacei e di corallo rosso. I sedimenti a sud e ovest dell’isola d’Elba ospitano nursery di specie commerciali come il nasello.
La flotta di pesca del GSA9 è pari al 13% di quella del territorio nazionale ed è caratterizzata da una forte presenza di pesca artigianale che produce, tuttavia, un fatturato più basso dei pescherecci armati. La produzione è caratterizzata da pesci, molluschi e crostacei: naselli, triglie di fango, moscardini bianchi, gamberi rosa, rossi e viola.
Le coste settentrionali della Toscana sono invece favorevoli per la pesca a strascico. A sud dell’Elba la piattaforma è stretta e vi si concentrano flottiglie a strascico con pesca mirata a naselli, triglie, polpi moscardini, gamberi rosa, scampi e gamberi rossi.
Nel Lazio, la pesca a strascico è omogenea: sulla piattaforma lavorano imbarcazioni piccole che hanno come obiettivi nasello, triglia di fango, pannocchie e moscardini; nella piattaforma imbarcazioni più grandi mirano a nasello, gambero rosa e rosso e scampi.
Nella GSA 9 la pesca è quindi caratterizzata da imbarcazioni piccole, con strumenti di pesca passivi e a conduzione familiare. In Liguria e Toscana ci sono alcuni battelli volti alla pesca di piccoli pelagici (acciughe e sardine); nel Lazio alcune draghe idrauliche servono alla pesca di vongole e cannolicchi. La GSA 9 è l’area di maggior concentrazione di nasello, soprattutto in primavera-estate attorno all’Isola d’Elba e del Giglio. La triglia di fango è abbondante nel Mar Ligure meridionali e nel Tirreno settentrionale, a scapito delle coste laziali. Il moscardino è numeroso in diverse aree: isola d’Elba, del Giglio, al largo di Viareggio e lungo la Riviera di Levante ligure. Il gambero rosa si trova a sud dell’Elba. Alcuni studi dimostrano che il nasello si trova in uno stato di grave sfruttamento a causa dell’eccessiva pressione della pesca su esemplari di piccola taglia, a differenza del gambero rosa che presenta una situazione di sfruttamento sostenibile. Nell’area della GSA 9 la pesca artigianale è molto diffusa anche se sta attraversando un periodo di crisi a causa di diversi fattori come l’eccessivo sfruttamento della pesca industriale.
A cura di Fosca Tortorelli