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Terra Madre Salone del Gusto, si lavora alla tredicesima edizione

Da diversi mesi tutto il mondo è concentrato sulla crisi sanitaria e su quella economica che ne consegue. Ma la vera minaccia è la crisi ambientale, che amplifica enormemente le altre due.
Su questi presupposti si basa la tredicesima edizione di Terra Madre Salone del Gusto, che a partire dall’8 ottobre e per sei mesi propone un ricco palinsesto intorno al tema Our Food, Our Planet, Our Future, coinvolgendo tutti i nodi della rete Slow Food in 160 Paesi del mondo e il pubblico di attivisti e simpatizzanti.
Punto di riferimento principale dell’evento è la piattaforma web, accessibile dall’indirizzo www.terramadresalonedelgusto.com, pensata per popolarsi settimana dopo settimana di tutti gli eventi digitali e degli appuntamenti fisici organizzati per animare Torino, il Piemonte, l’Italia e il resto del mondo.
Per cambiare radicalmente però bisogna analizzare la realtà con lenti nuove. La prima scienza che ci permette di conoscere il mondo che ci circonda è la geografia e noi partiamo di lì: disegnando una nuova geografia, premessa indispensabile per trovare un’alternativa percorribile all’attuale modello di sviluppo. Non a caso la conferenza di apertura dell’evento digitale, giovedì 8 ottobre, sarà dedicata proprio alla nuova geografia, ma anche al futuro del modello economico che da questa discende, e vede la partecipazione di due importanti studiosi del tema: Franco Farinelli, già professore ordinario di Geografia dell’Università di Bologna e docente presso le Università di Ginevra, Los Angeles (UCLA), Berkeley (UCB) e alla Sorbona di Parigi; e Paul Collier, direttore dell’International Growth Centre (IGC), un centro di ricerca economica con sede presso la London School of Economics, gestito in collaborazione con la Blavatnik School of Government dell’Università di Oxford.
Nella nuova geografia di Terra Madre Salone del Gusto la terra non è un puzzle scandito da frontiere e confini, ma un insieme planetario di terreni fertili, acqua, aria, luoghi e relazioni fra viventi: gli ecosistemi, elementi attorno ai quali si articola il dibattito che coinvolge tutta la rete di Slow Food. “Mettiamo al centro le Terre alte (regioni montane e collinari, con i progetti per la cura del territorio, la tutela del paesaggio, l’implementazione di servizi, il turismo sostenibile), le Terre basse (agroecologia come risposta all’agricoltura intensiva, alle monocolture, alla desertificazione; riduzione del consumo di carne, allevamenti sostenibili in alternativa a quelli intensivi e alla deforestazione), le Terre d’acqua (pesca sostenibile, tutela dei mari, degli oceani, delle acque interne e delle comunità costiere, lotta alla plastica e all’inquinamento), il rapporto tra Terre e città (orti urbani, mercati contadini, filiera corta, gruppi di acquisto, urbanizzazione sostenibile). L’obiettivo è analizzare le fragilità di ciascun ambito geografico rispetto al sistema alimentare e individuare proposte e soluzioni con il contributo di esperti, attivisti e dei produttori Slow Food che in quegli ecosistemi vivono e lavorano”.
Foto tratta dal sito internet della rassegna




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