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‘A carne ‘e Napule tra storia, cucina e teatro

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Storia, cucina e teatro: in una frase “’A carne ‘e Napule”. Un viaggio nella tradizione e nei sapori tutti partenopei, interamente incentrato su un alimento cardine della tavola campana: la carne.

“Un conviviale tecnico, storico e quindi culturale – spiega Alfredo Tammaro di Ardolino Ristorazione – per condividere il piacere del gusto, partendo dalla scelta di ottime materie prime, abbinando antiche ricette rivisitate della tradizione napoletana a cura della brigata di Mimì alla Ferrovia con pillole di teatro, cinema e letteratura”.

A fare la differenza il prodotto e la preparazione: ecco allora che il mix tra la carne di Ardolino Ristorazione e la classe cristallina del giovane chef di Mimì alla Ferrovia, Salvatore Giugliano (erede di una tradizione che ha scritto pagine indelebili della storia e della cultura napoletana), hanno permesso ai fortunati invitati a questo fantastico percorso gastronomico di partecipare ad un’esperienza indimenticabile.

Alla presenza di Alfredo Tammaro di Ardolino Ristorazione e di Ida Giugliano, altra colonna di Mimì alla Ferrovia, a condurre la giornata ci hanno pensato due narratori d’eccezione, i giornalisti Santa Di Salvo e Giuseppe Giorgio, che ad ogni pietanza proposta hanno saputo accompagnare cenni storici e aneddoti che hanno ulteriormente arricchito la giornata.

Il “viaggio” nello storico locale di via Alfonso D’Aragona a Napoli è iniziato con cotiche soffiate e trippa fritta, per proseguire nella parte sempre dedicata all’aperitivo con minibun con soffritto e minibun con salsicce e friarielli: “Un modo per richiamare, naturalmente in piccolo, la nostra tradizionale marenna” ha spiegato lo chef.

All’antipasto e in particolare nella parte riservata alla polpetta al ragù, i presenti hanno potuto godere di un alto momento di recitazione, grazie all’estro e alla indiscussa bravura di un’attrice come Antonella Morea, che ha interpretato di par suo la poesia ‘O rraù di Eduardo De Filippo. Prima di tornare a dibattere sul ragù, i commensali hanno potuto godere della storia e della bontà legate alla minestra maritata e agli ziti alla genovese: “La nostra ministra è quella classicissima – ha sottolineato lo chef Giugliano – con l’utilizzo di carne sgrassata. Classica è anche la genovese. Tempi di cottura? Sei-sette ore”.

Mentre il ragù napoletano, proposto per l’occasione con la candele, ha in media una cottura di massimo 5 ore. Su ragù e genovese non sono mancati gli accenni storici di Santa Di Salvo e Giuseppe Giorgio, con ricerche che hanno riportato scritti del 1700 e del 1800.

Il secondo scelto per l’occasione è stata infine ‘a carne a’ pizzaiola: “Un omaggio a mia mamma – ha detto lo chef di Mimì alla Ferrovia – che quando mi deve coccolare sceglie sempre questa pietanza”.




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