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Carnevale a Napoli, nessuno scherzo a tavola!

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A Carnevale ogni scherzo vale. Ma guai a scherzare a tavola! A Napoli la tradizione si consuma tra storia e sapori unici. All’ombra del Vesuvio il martedì grasso è prima di tutto un rito che va consumato tra pietanze “forti”, in grado di “mitigare” le future rinunce legate al periodo di Quaresima.
Su tutte, la pietanza che non può mancare è la lasagna: di origine emiliana, la lasagna ha trovato la propria consacrazione nel Napoletano, dove besciamella e carne tritata sono state soppiantate da ragù, polpettine e latticini. Una vittoria del gusto che noi vogliamo celebrare con le lasagne proposte al Pastabar Leonessa all’Interporto di Nola e al ristorante “Capperi… che pizza! Pizzeria Gourmet” del lungomare di Castellammare di Stabia. Due proposte diverse, stesso trionfo di sapori.
Sulle tavole dei napoletani a Carnevale c’è inoltre sempre spazio per i dolci. Il Migliaccio ad esempio, la cui ricetta tradizionale prevedeva l’utilizzo del miglio, cereale molto povero dal quale deriva la denominazione sostituito nel tempo dal semolino, “impreziosito” con sangue di maiale, oggi completamente soppiantato da zucchero, farina, uova e cannella.
Le chiacchiere sono il dolce per antonomasia di questo periodo, una “striscia” di pasta composta da uova e farina con bordatura a zigzag, fritte o al forno.
Per chiedere il sanguinaccio, per chi davvero non intende farsi mancare nulla. Il nome deriva dall’utilizzo del sangue di maiale, vietato oramai da quasi 30 anni. Nonostante questo, i napoletani non intendono privarsene, accompagnandolo di norma con le chiacchiere o con un biscotto “meno napoletano” e meno carnascialesco come i savoiardi.




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